domenica 25 settembre 2011

SLOW MOTION



è un campionato moscio dove il genoa capolista va a perdere a verona con il chievo, l'atalanta formalmente è prima in classifica con 10 punti, la roma conquista tre ottimi punti a parma, il milan fa il suo senza strafare, lazio e palermo pareggiano senza troppi sussulti, la juve si blocca a catania (campo complicato per tutti). Come già detto la fiorentina m'è piaciuta molto....

in attesa della champion

RML

2 commenti:

  1. Semplicemente livellato verso il basso. Il campionato è a mio parere livellato sulle piccole ormai da molti anni. se escludiamo l'inter in fuga degli ultimi anni, non lo scorso, la partenza è sempre stata simile. Tante squadre in pochi punti tutte le giornate.

    Ale

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  2. Aggiungo il punto di GIANNI MURA
    Cercasi un leader per torneo dell'equilibrio

    Slow foot. Questo si può dire, guardando più la classifica che il gioco. Dalle quattro squadre in testa dopo due giornate, una frenata generale: due pareggi per Juve e Udinese, un pareggio e una sconfitta per Napoli e Cagliari. Mai, con i 3 punti a vittoria, le prime volavano così basse dopo quattro giornate. Obiezione: e l'Atalanta? L'Atalanta (mirabellissima, avrebbe chiosato Brera) va veloce come la ninfa cacciatrice da cui prende nome. Sfrutta un solido impianto di base (Schelotto, Brighi, Cigarini e Padoin formano un buon centrocampo). Denis sembra aver trovato l'ambiente giusto, Bonaventura è più d'una promessa. La squadra gioca anche per il folgorato (calcioscommesse) Doni, di cui non sembra avvertire la mancanza. Il calendario non era terribile e il gol del pareggio novarese non era da annullare, per essere precisi, ma Colantuono ha fatto un gran lavoro: quando si ha una penalizzazione di 6 punti, il pericolo è partire male e restare isolati, in fondo alla classifica. Pericolo evitato.
    Com'è, è figlia di uno slow foot che vedremo di analizzare. Con 2 punti a vittoria, una situazione del genere, frutto di due successi e due pareggi, la si ritrova nel 1991/92, in testa Juve, Lazio e Milan (suo lo scudetto). Otto squadre in un punto, il ruolo di favorita non sembra interessare molto, meglio restare al calduccio nel gruppo. Nel ciclismo è prova di sportività aspettare che rientri chi è caduto. Il calcio è un altro mondo e se nessuno va in fuga significa che non vuole o non può.
    Ognuno ha la sua spiegazione: il Milan senza attaccanti, l'Inter senza centrocampisti. Ma la famosa rosa allungata? Non parlatene a Mazzarri, sommerso di critiche dopo aver perso a Verona. Non parlatene a Ficcadenti, che ha sempre iniziato la partita con gli stessi giocatori. Parlatene pure a Sannino, che rispetto a mercoledì ne ha cambiati 7, e il Siena ha fatto un figurone.
    La verità è che molte squadre devono ancora trovare la fisionomia giusta. Qui c'entra l'avvio di campionato, slittato di due settimane. E allora, Ranieri che arriva e in tre giorni aggiusta, rattoppa, incerotta e vince a Bologna? Non ci voleva molto, e Ranieri non ha fatto rivoluzioni. Semmai, ha ottenuto ben altro rendimento da alcuni, come Forlan e Cambiasso, fin lì deludenti. Che poi Pazzini facesse comodo, era ovvio. La magra vittoria del Milan e quella troppo abbondante dell'Inter servono a risalire la corrente, ma è assurdo pensare che sia finito all'improvviso il periodo grigio. Si inverte la tendenza ma i problemi di gioco restano. E già domani e dopo si gioca: gli impegni di Champions spremono molte energie, se n'è accorto il Napoli.
    La classifica è da slow foot, il campo non tanto. Catania-Juve sotto un diluvio, Lazio-Palermo, Cagliari-Udinese, ecco tre partite molto combattute, tre pareggi che potevano essere vittorie dell'una come dell'altra. Conte ha cercato alternative: Elia lo ha deluso, meglio con Pepe. Lo ha deluso anche il primo tempo della Juve, confusa come già col Bologna. Altra musica nel secondo tempo: più gioco, più corsa. Poteva anche vincere, penso all'occasione di Vidal, ma è pur vero che il Catania in contropiede è stato molto pericoloso. Solo Atalanta e Chievo hanno vinto a metà settimana e ieri. L'Udinese (un solo gol al passivo) sembra più quadrata e meno frizzante rispetto a quando c'era Sanchez, e Di Natale un po' isolato. La Fiorentina ha cambiato pochissimo (Cassani per Comotto) e non è detto che sia un male, il Palermo molto, e la squadra è più in sintonia con Mangia che con Pioli. Possono fare un bel campionato tutt'e due. Unica vittoria esterna di ieri, la Roma (con molte sofferenze nel finale) a Parma. Qualche fiammella, a parte il solito De Rossi, da Osvaldo e Heinze. In crescita Totti e Pjanic. Nel fine settimana, Juve-Milan e Inter-Napoli possono allungare il gruppo.

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